Descrivere vs. ascrivere azioni individuali

FEDERICO JOSÉ ARENA

Génova

Seminario; Seminario de Departamento; 2008

Diartimento Giovanni Tarello - Università di Genova

Pensiamo, in generale, di essere capaci di identificare correttamente le azioni degli altri. Tuttavia, giuristi e filosofi non sono ancora riusciti a trovare un accordo circa i criteri per portare avanti questa identificazione. Sembra esserci un accordo sul fatto che i movimenti corporali e i cambiamenti nel mondo non sono sufficienti come criteri per l´identificazione dell´azione individuale. Ciò si deve a che non sono sufficienti per dare una risposta alle domande: 1) Costituiscono i movimenti di una persona un´azione? 2) Se sì, di quale azione si tratta? Queste domande delimitano il problema dell´identificazione dell´azione individuale. I filosofi del diritto si sono anche loro occupati di questo problema. È solito dividere le sue proposte in due grandi gruppi: le posizioni descrittiviste e le posizioni ascrittiviste. Le posizioni descrittiviste si caratterizzano per affermare che esiste un insieme di condizioni necessarie e sufficienti che consentono di identificare un´azione e che svolgono, inoltre, il ruolo di condizioni di verità degli enunciati di azione. Invece, le posizioni ascrittiviste negano che esita un simile insieme e di conseguenza negano che gli enunciati di azione abbiano valore di verità. In questo lavoro analizzo per primo la distinzione fra descrittivismo e ascrittivismo riguardo all´azione e in particolare riguardo all´identificazione dell´azione individuale. Secondo, indago sulla plausibilità della tesi che attribuisce all´intenzione un ruolo rilevante per risolvere il problema posto dalle due domande formulate sopra. E, in fine, provo a sondare la compatibilità di questa tesi con le diverse forme di concepire gli stati mentali.