BECAS
MURACE Giulia
congresos y reuniones científicas
Título:
"Una casa de locos, elevada a la última potencia”: gli artisti iberici e latino-americani alle feste del Circolo Artistico Internazionale tra Otto e Novecento
Autor/es:
GIULIA MURACE
Lugar:
Roma
Reunión:
Workshop; New Leisure for a New Nation. Art and Entertainment in Italy, from Nation-building to Liberation (1861-1945); 2023
Institución organizadora:
Bibliotheca Hertziana di Roma
Resumen:
Il cosmopolitismo di Roma è un fatto assodato nello stato dell'arte, ma questa sua caratteristica si riferisce quasi sempre al periodo che precede la sua annessione al regno d’Italia, mentre capita spesso di leggere che la sua ascesa a capitale unitaria corrisponda al suo declino come capitale universale. In realtà non fu così, infatti, la sua importanza come crocevia di artisti stranieri e provenienti da ogni regione della penisola convisse con il suo nuovo status. Non è un caso che nel 1870, pochi mesi dopo la Breccia di Porta Pia, fu fondata l’Associazione Artistica Internazionale, quasi a ribadire la rilevanza di tale aspetto all’interno della nuova mappa della sociabilità e dell’intrattenimento. Il Circolo, come veniva comunemente chiamata l’Associazione, in un certo senso istituzionalizzava il cosmopolitismo di una Roma ormai italiana; con il marchio legittimante di uno dei membri della giunta del governo Cadorna, il principe Baldassarre Odescalchi, tra i principali promotori e primo presidente dell’istituzione. Sebbene i soci stranieri fossero in maggioranza artisti iberici ai quali si associarono, spesso per affinità linguistica, i latinoamericani di stanza nella città, il Circolo aggregava personalità di ogni provenienza assecondando il principio – dichiarato anche nello statuto – che “le arti non sono il privilegio né di un’epoca sola, né di un solo paese”. Situato dal 1887 presso gli studi Patrizi, al 54 di via Margutta, oltre a fornire spazi destinati allo studio (come una biblioteca e una sala per modello vivente), aveva un grande salone che ospitava feste e spettacoli di ogni genere, divenendo per i primi quarant’anni di Roma capitale ritrovo mondano per eccellenza: per l'alta borghesia come per la nobiltà, infatti, costituì un vero e proprio vanto poter prendere parte a una festa degli artisti o, ancor meglio, ai celebri balli del sabato di Carnevale. L’intervento intende concentrarsi proprio sul caso delle decorazioni effimere realizzate per i carnevali del Circolo tra la fine dell’Ottocento e il primo Novecento e la partecipazione, spesso di primo piano, di artisti spagnoli e latinoamericani alla loro realizzazione. Attraverso quest’analisi si vuole riflettere sulla politica culturale romana tra i due secoli e come essa vada verso un consolidamento del suo ruolo, anche simbolico, di capitale italiana ed europea, che legittimamente può ergersi a simbolo di una nazione moderna senza contrastare con l’idea, antimoderna, di Roma culla del passato.