INVESTIGADORES
PEREZ CARRASCO Mariano
congresos y reuniones científicas
Título:
L'antiaverroismo di Marsilio Ficino nella genesi delle razionalità moderne
Autor/es:
MARIANO PÉREZ CARRASCO
Lugar:
San Pablo
Reunión:
Congreso; All'origine delle razionalità moderne: L'Alberti e la fondazione umanistica della modernità; 2018
Institución organizadora:
Société Internationale Leon Battista Alberti - Universidade de Sao Paolo - Association Artes Renascentes
Resumen:
A partire dalla seconda metà del Duecento e fino al Settecento, la questione dell?averroismo ha messo in scena una polemica tra due modelli di razionalità, dei quali l?uno ? che si sarebbe imposto nella modernità ? identifica l?individuo come soggetto del pensiero, e quindi sostiene essere vera la proposizione «hic homo intelligit», mentre l?altro, quello identificato col cosiddetto averroismo, afferma la separazione del pensiero (l?intellectus possibilis aristotelico) rispetto all?uomo singolare, e quindi sostiene ? come si legge ad esempio nelle anonime Quaestiones de anima edite da Maurice Giele, II, 4, l. 45 ? essere falsa la proposizione «quod homo proprio sermone intelligit», negazione sviluppata con una radicalità tale da fare dell?uomo non il soggetto ma l?oggetto di un pensiero ormai apertamente ipostatizzato («Hoc autem non est ut intelligere sit perfectio hominis, sed eget homine ut obiecto», ib., ll. 56-57). Quella ipostatizzazione del pensiero da parte degli averroisti portò s. Tommaso d?Aquino a identificare l?averroismo come una ulteriore metamorfosi del platonismo: «Si enim [Averroistæ] dicant quod intellectum est una species immaterialis existens in intellectu, latet ipsos quod quodammodo transeunt in dogma Platonis?» (De unitate intellectus V, 109).Sulle scie di s. Tommaso ? nonché di s. Alberto Magno, come ha di recente evidenziato J.M. Vernier ?, Marsilio Ficino consacra un intero libro della Theologia Platonica all?esposizione e alla confutazione della dottrina averroista dell?unità dell?intelletto, che viene da lui giudicata non soltanto come un palese errore, ma addirittura come una vera e propria impossibilità della mente umana: «Cum vero aut numquam aut vix humana mens averroicæ opinionis capax efficiatur, coniicere possumus eam opinionen non esse veram»; e inoltre: «Inventum vero averroicum ab omni mentis capacitate est penitus alienum» (Theol. Plat. XV, 14). All?ormai tradizionale antiaverroismo aristotelico e scolastico, il Ficino ? pur seguendo da vicino gli argomenti tomistici ? non solo aggiunge un quadro di fonti nuove (Platone, Plotino, Giamblico, Pletone, nonché i Magi e gli Egiziani), ma anche offre una risistemazione degli argomenti antiaverroistici dentro una prospettiva di stampo neoplatonico, la cui influenza si percepisce particolarmente nella discussione sulla natura dell?anima come forma del corpo (Theol. Plat. XV, XII) e di conseguenza sulle caratteristiche della sua immortalità.Condannate per la prima volta nel 1277 dal vescovo di Parigi Étienne Tempier, le posizioni averroistiche saranno inoltre condannate dal V Concilio Lateranense nel 1513, e ancora dall?enciclica Fides et Ratio V, 52 nel 1998. Quelle condanne ci consentono di scorgere nell?averroismo ? così come nelle successive confutazioni filosofiche che lo presero come bersaglio, dalle scolastiche di Alberto Magno, Tommaso d?Aquino, Egidio Romano e Raimondo Lullo, fino alle moderne di René Descartes, Pierre Bayle o Leibniz, tra cui spicca nel Quattrocento questa di Marsilio Ficino ? uno degli assi portanti della ?razionalità moderna?. Questa relazione studia il particolare antiaverroismo platonico del Ficino e lo sviluppo dei due modelli di razionalità negli argomenti del quindicesimo libro della Theologia Platonica.