INVESTIGADORES
PALERMO Sandra Viviana
congresos y reuniones científicas
Título:
Identità e differenza negli scritti hegeliani di Jena
Autor/es:
SANDRA V. PALERMO
Lugar:
Reggio Emilia
Reunión:
Congreso; VI CONVEGNO NAZIONALE DEI DOTTORATI DI RICERCA IN FILOSOFIA: LA GIOVANE FILOSOFIA ITALIANA A REGGIO EMILIA; 2005
Institución organizadora:
Istituto Banfi
Resumen:
Il lavoro si propone di seguire il percorso delineato da Hegel, sia negli scritti del primo periodo jenese - "Differenza tra il sistema filosofico di Fichte e Schelling", "Fede e sapere",  "Il rapporto dello scetticismo con la filosofia", "Le diverse maniere di trattare scientificamente il diritto naturale", "Sistema dell'eticità", le diverse stesure della "Filosofia dello spirito" e la "Logica e metafisica del 1804-05" - sia attraverso gli appunti trascritti a partire dalle lezioni di logica e metafisica del 1801-02, per cercare di delineare la genesi del concetto hegeliano di Assoluto. In questi scritti, Hegel prova appunto ad esplicitare il passaggio tra il momento negativo della conoscenza dell´assoluto e il momento positivo di costruzione del medesimo. Il momento logico-riflessivo è il momento in cui devono venir esposte le forme, le categorie proprie del pensiero finito - dice Hegel - così come esse vengono fuori dalla ragione; è il momento in cui l´intelletto si mostra come un determinare, e quindi come un negare; come un porre e, insieme con esso, un opporre e provare a sintetizzare. Ma in questo provare a sintetizzare (sforzo nel quale si esprime già il razionale) esso non può che cadere in contraddizioni, nella scoperta della propria nullificazione, nel toglimento di se stesso che apre la strada alla vera e propria speculazione, dove l´Idea si mostra nella sua identità di essere e conoscere, di soggetto e oggetto. E questa nullificazione non potrà essere semplice annientamento. Infatti, come scrive Hegel in Glauben und Wissen: "Se l'assoluto fosse composto di finito e infinito, l'astrazione dal finito sarebbe certamente una perdita, ma, nell´idea, finito e infinito sono tutt´uno, e perciò la finitezza come tale è scomparsa, in quanto dovrebbe avere in sé e per sé verità e realtà; è stato però negato solo ciò che nella finitezza è negazione, ed è stata dunque posta la vera affermazione".